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Appello del parroco per la Caritas

Dalle pagine del sito della Comunità Pastorale, che, in questo periodo sono state visitate e lette da molte persone, desidero lanciare un forte appello.

Prendo spunto da alcune espressioni di un poeta, Gibran, che, parlando del “dono”, ha usato queste parole, dolci e forti insieme:

È bene dare quando si è richiesti, ma è meglio dare quando,
pur non essendo richiesti, si comprendono i bisogni degli altri.

E per chi è generoso, il cercare uno che riceva, è gioia più grande che il non dare.
E c’è forse qualcosa che vorresti trattenere?

Tutto ciò che hai un giorno o l’altro sarà dato via: perciò dà adesso,
così che la stagione del dare sia la tua, non quella dei tuoi eredi.

Ecco l’appello che rivolgo a tutti, indistintamente: la Caritas ha bisogno di menti, di cuori, di braccia. Vuoi mettere in questione la tua mente? Vuoi mettere in gioco il tuo cuore? Vuoi mettere in movimento le tue braccia? Benvenuto, benvenuta!

Sinora le forze erano sufficienti a rispondere ai bisogni. L’esplodere del coronavirus ci ha costretti ad assumere alcune attenzioni che, prima, non era necessario neppure prevedere. E così per rispettare le persone e la loro salute, a chi ha già compiuto 65 anni non si è osato chiedere di esporsi ancora in prima persona. Questo, però, ha ridotto drasticamente il numero degli operatori Caritas, mentre i bisogni non sono calati, ma aumentati. Nella fase più critica della pandemia, la collaborazione con la Protezione Civile e con persone disponibili, ha risolto il problema del venire in soccorso a chi aveva bisogno. Ora che si riprende la normalità, la Caritas ritorna alla sua attività solo con i suoi volontari, ma siamo tutti invitati a mantenere alta la guardia per prevenire, anziché dover curare un eventuale riesplodere del virus. E così per rispettare le persone e la loro salute, in questa fase, a chi ha già compiuto 65 anni non si osa chiedere di esporsi ancora in prima persona.

Il servizio Caritas richiesto in questo periodo è il confezionamento di pacchi alimentari, che, il sabato pomeriggio, gli utenti vengono a prelevare alla sede di Ponteterra, su prenotazione, e nel rispetto assoluto delle norme sanitarie per la tutela di tutti.

L’appello è rivolto a tutti, soprattutto ai giovani, perché mettano a frutto delle persone e della comunità i talenti che hanno ricevuto, anche il talento del tempo. L’Italia in questi mesi si è dimostrata un vivaio di giovani che hanno abbracciato il volontariato come risorsa preziosa per vivere la solidarietà, ma anche per dare un significato più ricco alla propria vita. Mi auguro che la nostra Comunità non sia da meno in questa “gara di carità”. Per incoraggiare tutti a mettersi a disposizione vorrei ricordare le parole del Signore Gesù, che disse: “Si è più beati nel dare che nel ricevere!”». Provare per credere!

Chi desidera collaborare può contattare l’ufficio parrocchiale (al mattino) al n. 0375-52604, oppure il referente Caritas Cesare Mortini (verso sera) al n. 0375-220131, oppure il sottoscritto al n. 320-4615084. Già da ora un grazie sincero a nome di chi beneficerà del nostro servizio.

Don Samuele