OmelieOmelie Gennaio 2021

17 gennaio 2021 –II Domenica dell’anno liturgico B – Don Samuele

Tempo durante l’Anno – II Domenica dell’anno liturgico B

17 gennaio 2021

Sia lodato Gesù Cristo. Sempre sia lodato.
Quante volte durante l’Avvento abbiamo ripetuto: “Maranathà, vieni Signore
Gesù”, e quante volte, durante le feste di Natale ci è stato detto che il Signore è venuto,
anzi, viene. E questo quanto incide sulla nostra vita? Quante cose av-vengono nel
mondo e non ci sfiorano neppure! Quante persone fanno qualcosa di bello, di importante,
ma questo non condiziona la nostra vita. Passato il Natale, quanti cristiani tornano al loro
tram tram, e forse ci rivedremo a Pasqua!
Educare a percepire e ad obbedire
Noi, che oggi abbiamo risposto al Signore, e siamo tornati ad incontrarlo nel gesto
che più lo identifica e lo rende presente, l’Eucarestia, ci siamo sentiti dire che Gesù
Cristo non è un turista in visita al nostro mondo e alla nostra vita, ma prima o poi torna a
casa sua. Lui non è uno qualunque, come quella gente anonima che incontri sul treno, in
un bar, al supermercato, in qualche ufficio, o per strada. Lui è venuto per bussare alla
porta di ogni cuore, ha una parola per ogni persona, rivolge un invito mirato a ciascuno,
offre una proposta per la vita di chiunque. Ed è così da sempre. Dio ha fatto questo con
Adamo ed Eva, con Caino e Abele, con Noè, con Abramo, Isacco e Giacobbe, con Mosè
e Aronne, Con i profeti e i Re di Israele, persino con i bambini. La prima lettura di oggi ci
ha raccontato di questa avventura capitata ad un bambino di nome Samuele, che ha
vissuto un incontro speciale, che ha colto una voce singolare, che ha aperto il suo cuore
e la sua vita in modo radicale a quel Dio che gli parlava e che lo invitava ad essere non
solo parte di un copione, perché la vita non è semplicemente un teatro, come diceva
Shakespeare, ma partner di un’amicizia e della storia della salvezza. E, oltre alla voce di
Dio che lo chiama, questo ragazzo ha bisogno dell’indirizzo di un adulto, Eli, perché
altrimenti non è in grado di capire e di decifrare il messaggio. Quanto è forte e quanto è
fondamentale sul piano educativo questa immagine. Ci ricorda che Dio continua a
chiamare, non smette mai, ma i ragazzi ed i giovani fanno sempre più fatica a sentire –
perché sono bombardati da troppo rumore che glielo impedisce – e fanno sempre più
fatica a comprendere, perché troppi adulti, anziché aiutarli e riconoscere la voce di Dio,
fanno di tutto per coprirla, nasconderla, metterla a tacere. Benedetto XVI ha descritto in
modo chiarissimo e lungimirante questa situazione: «La società moderna è nel mezzo
della formulazione di un credo anticristiano e se uno si oppone viene punito dalla società
con la scomunica». Le future generazioni potranno essere capaci di dire: “Parla, perché il
tuo servo ti ascolta”, e di impostare la loro vita su questo criterio: “non lasciò andare a
vuoto una sola delle sue parole”, solo se saranno aiutati dalla fede intensa di noi adulti.
Abbiamo questa risorsa? Questa capacità? Questa volontà? Questa determinazione? E
se non offriamo ai giovani questa prospettiva, quale alternativa hanno? Vi siete accorti

che nelle ultime settimane, in diverse città d’Italia, è bastato un passa parola via social e
centinaia di adolescenti si sono ritrovati per delle mega cazzottate? Non hanno niente di
meglio da dire e da fare? Non sarebbe un grande sospiro di sollievo, ed un grande segno
di speranza se imparassero a dire: “Parla, perché il tuo servo ti ascolta”, e ad impostare
la loro vita su questo criterio: “non lasciò andare a vuoto una sola delle sue parole”?
Magari avremmo qualche amico sincero in più; magari qualche volontario in più nelle
varie associazioni; magari qualche fidanzato/a che non si portano l’acido appresso se
talvolta ricevono un no; magari avremmo qualche matrimonio in più, qualche figlio in più,
per sconfiggere l’inverno delle culle e dei cuori; qualche prete o qualche suora in più,
qualche missionario in più, qualche politico che aspira alla santità in più; qualche
insegnante o medico più umani perché più credenti!!! … Molto opportunamente il salmo
ci ha fatto pregare con queste parole: “Sacrificio e offerta non gradisci, gli orecchi mi hai
aperto, non hai chiesto olocausto né sacrificio per il peccato. Allora ho detto: «Ecco, io
vengo»”. È verissimo, il Signore che ci parla, non sa cosa farsene delle nostre cose, Lui
cerca noi, Lui vuole noi, Lui ama noi.
Per tutti scoccano le quattro del pomeriggio
Ce lo ha detto molto chiaramente l’Evangelo di oggi. Anche qui la stessa scena:
una persona più matura, il Battista, indirizza a Gesù gente più giovane, e questi giovani
non sono i primi a prendere la parola, è Gesù che li interpella, e, con una domanda,
provoca la loro domanda: “Dove abiti?” che, detto in altre parole significa: “chi sei? cosa
fai? Che cosa ti prefiggi?”. Ed è molto significativo che Gesù non risponda con una
definizione, o una nozione, con un concetto astratto, ma con un invito: «Venite e
vedrete», perché la fede non è una teoria, o una formula, è una esperienza tutta centrata
su una persona. La verità e la necessità di questo l’ha espressa mole volte e molto bene
il Cardinale Giacomo Biffi, sentite che chiarezza: “Il Cristianesimo … non è una
concezione della realtà, non è un codice di precetti, non è una liturgia. Non è neppure
uno slancio di solidarietà umana, né una proposta di fraternità sociale. Anzi, il
Cristianesimo non è neanche una religione. È un avvenimento, un fatto. … Oggi si sente
dire che in fondo tutte le religioni si equivalgono perché ognuna ha qualcosa di buono.
Probabilmente è anche vero. Ma il Cristianesimo, con questo, non c'entra. Perché il
Cristianesimo non è una religione, ma è Cristo. Cioè una persona”. Fino a quando non lo
incontri, fino a quando non ti lasci interpellare, fino a quando non rispondi con la
spontaneità di Andrea e di Simone, fino a quando non stai con Lui, non sarai mai
veramente cristiano, cioè discepolo che segue il Maestro e Signore, anche se sei stato
battezzato, hai fatto la prima comunione e la cresima, ti sei sposato in chiesa, hai fatto il
funerale religioso a tuo nonno … “Perché il Cristianesimo non è una religione, ma è
Cristo. Cioè una persona” e questa persona o ti è familiare, amica, oppure ti è estranea.
E come capisci di essere entrato in amicizia con Lui? Se, come Pietro, ti lasci cambiare il
nome, cioè l’identità. Se lasci che sia Lui a ispirarti i valori ed i criteri per le tue scelte di
vita, se lasci che sia Lui a scrivere l’agenda della tua vita, se acconsenti a comprometterti
con Lui. Sempre il Cardinale Biffi, racconta un episodio che gli è capitato quando era
insegnate di teologia e faceva dei corsi per le catechiste a Milano. Stava dicendo che:
“Gli apostoli sono andati in giro a dire che Gesù è risorto ed è ancora vivo. Oh,
vivo oggi”. Poi commenta: “Quando facevo scuola a Milano, all'Istituto di Pastorale, ho
fatto una lezione sulla Risurrezione di Cristo. Finita la lezione, una signora si avvicina e
fa: "Ma lei vuol proprio dire che Gesù è vivo…?". "Sì, signora: che il suo cuore batte
proprio come il suo e il mio". "Ma allora bisogna proprio che vada a casa a dirlo a mio
marito". "Brava, signora, provi ad andare a dirlo a suo marito". I1 giorno dopo la signora
torna da me e mi dice: "Sa, l'ho detto a mio marito". "E lui?". "Mi ha risposto: "Ma va',
avrai capito male". Notate che quella era una catechista. Eppure era sconcertata. Io le

faccio avere la registrazione della lezione. Lei la fa sentire a suo marito. E lui, alla fine,
crolla: "Ma se è così, cambia tutto". Pensateci, e ditemi se non è vero; se quell'uomo,
bello, buono, eccezionale, è davvero Dio, e se è ancora tra noi, allora cambia davvero
tutto”. Oggi, per qualcuno di noi, può essere il giorno in cui scoccano “le quattro del
pomeriggio”, cioè il momento benedetto in cui lo incontriamo, ci lasciamo affascinare
dalla sua persona e dalla sua Parola, e incominciamo a stare con Lui, a rimanere con
Lui. Oppure può essere il giorno di un ennesimo treno perso. Dipende da noi. Prego
perché ciascuno di voi abbia il cuore di Samuele, un cuore di fanciullo, che al Signore
Gesù dice: “Parla, perché il tuo servo ti ascolta”, e con il Signore Gesù imposta la sua
vita su questo criterio: “non lasciò andare a vuoto una sola delle sue parole”. Da questo
momento – come ci ricordava S. Paolo – “voi non appartenete a voi stessi. Infatti siete
stati comprati a caro prezzo: glorificate dunque Dio nel vostro corpo!”. Se così è, beati
voi.
S. Antonio Abate nostro Patrono …