OmelieOmelie Dicembre 2019

29 dicembre 2019 – Festa della Santa Famiglia – Don Samuele

Sia lodato Gesù Cristo. Sempre sia lodato.

 

La Domenica subito dopo il Natale è sempre dedicata dalla Liturgia a quell’ambiente umano che è stato il grembo accogliente del Verbo della vita: la famiglia.

 

Un cambio radicale di paradigma

Quando eravamo bambini, se qualcuno pronunziava la parola famiglia, immediatamente in tutti, piccoli e grandi, istruiti e analfabeti, persone di destra o di sinistra, scattavano i concetti fondamentali. Famiglia = un uomo e una donna, il matrimonio, genitori-figli, lavoro e sacrifici, fatiche e gioie, amore e consolazioni, dentro un quadro di eternità.

Oggi se qualcuno pronunzia la parola “famiglia” davanti ad un bambino, come minimo bisogna regalargli l’enciclopedia dei sinonimi e dei contrari, perché i termini elencati prima hanno lasciato il posto ad altri, con significati lontani anni luce: un uomo e una donna hanno lasciato il posto a 72 generi censiti, in barba all’analisi grammaticale, che prevede ancora il genere maschile e femminile, al massimo vi è il neutro per chi studia latino e greco. Il matrimonio appare materia per l’archeologia. La dinamica genitori-figli ha ceduto il passo all’inverno delle culle, che sta raggelando l’Europa. lavoro e sacrifici sono due nemici da evitare accuratamente. Le fatiche e le gioie sono contemplate unicamente se si indirizzano su altre cose. L’amore e le consolazioni hanno ceduto il posto al sesso senza regole ed allo sballo senza remore, dentro un quadro di assoluta fragilità.

Personalmente ringrazio Dio di essere stato generato da una famiglia del primo tipo, una di quelle che da secoli e millenni si tramandano il bene prezioso della famiglia, che non può e non deve essere frutto di un capriccio esotico, ma emanazione di quel Dio amore che è la Trinità, fonte e modello della famiglia.

Maria, Giuseppe e Gesù di Nazareth, sono la tipica famiglia che riconosce in Dio la sua origine e la sua ispirazione. Guai se l’origine e l’ispirazione della famiglia fossero i divi di Hollywood, che cambiano marito e moglie con la facilità con cui si cambia un vestito, o certi parlamentari malati di ideologia, che, pagati per rappresentare una nazione, portano avanti le istanze di lobby risicate, e infangano senza problemi dimensioni sacre per molti. L’Italia ha avuto per decenni come legislatori e governanti un pugno di squilibrati che hanno imposto follie e seviziato l’anima di un popolo.

Oggi siamo qui a riconoscere che ogni esperienza è veramente umana solo se trova in Dio la sua ispirazione ed il suo riferimento. Siamo qui, soprattutto, a pregare, perché ogni famiglia sia ricca di tale sapienza. Per questo cogliamo nella Parola di Dio, anziché nella sociologia, alcuni input importanti.

 

Onora il padre e la madre

Il brano del Siracide ci ha ricordato il IV Comandamento, declinandone il dettato anche in situazioni dove l’obbedirvi non è immediato. L’onore al padre e alla madre va sempre salvaguardato perché è rispetto per la sorgente della vita, ed è deferenza resa alla fonte prima della vita, cioè a Dio. Se ci si distoglie dalla sorgente di acqua pura, per dissetarsi si è costretti a ricorrere a cisterne screpolate e fangose – direbbe il profeta Geremia –. La figura dei genitori è tanto rilevante e significativa che, quando il Signore Gesù ha tentato di dirci con una parola chi è Dio, non ha trovato espressione più efficace di questa: Abbà, babbo. Deve avere avuto una esperienza meravigliosa del suo babbo, ed anche della sua mamma.

 

Una collezione di virtù familiari

In secondo input ci viene da S. Paolo, poiché ci ha offerto nella seconda lettura una ricca collezione di atteggiamenti e di stili necessari per fare famiglia: tenerezza – bontà – umiltà – mansuetudine – magnanimità – sopportazione – perdono – carità – preghiera – ascolto – consiglio – rendimento di grazie – sottomissione reciproca – promozione dell’altro. Ciascuno di questi tratti meriterebbe un commento, ma ciascuna famiglia lo può elaborare. Se si vuole a tutti i costi trovare un’espressione che faccia sintesi di questo ricco carnet, non trovo di meglio di quanto afferma S. Gregorio Nazianzeno, che racconta della sua giovinezza di studente ad Atene e dell’amicizia con un altro grande santo, Basilio, in questi termini: “Questa era la nostra gara: non chi fosse il primo, ma chi permettesse all’altro di esserlo”. Ottima regola per ogni famiglia! “Sembrava che avessimo un’unica anima in due corpi”: lo consiglio a tutte le famiglie.

 

Fare la volontà di Dio, una regola familiare

E poi l’Evangelo: qui troviamo ancora Giuseppe, protettore di Mara e del bambino Gesù, ed ancora si ripete ciò che abbiamo visto l’ultima Domenica di Avvento, Domenica scorsa. Giuseppe non è uno che agisce d’istinto o secondo le astuzie e le furbizie umane. Giuseppe non elabora strategie di fuga alla James Bond, e non ha un piano b come Indiana Jones. Semplicemente egli ascolta la voce di Dio, che gli parla attraverso il sogno – il canale privilegiato, secondo la migliore tradizione veterotestamentaria – e vi aderisce. Quando poi il Figlio di Dio, il Figlio di Maria e di Giuseppe, insegnerà al mondo la preghiera del Padre nostro, e ci insegnerà a ripetere tutti i giorni questa frase: “sia fatta la tua volontà”, non farà altro che testimoniare come i suoi genitori terreni hanno vissuto secondo questo criterio: SIA FATTA LA TUA VOLONTA’. È un metodo che raccomando alle persone ed alle famiglie, soprattutto a chi sta perdendo o ha perso la bussola. Ritrovare Dio e la sua volontà significa ritrovare se stessi e la propria dignità, significa ritrovare la propria famiglia e la bellezza dell’essere immagine e somiglianza della Trinità. Se ci crediamo ancora in queste cose umili e grandiose, è ancora possibile vivere in famiglia il miracolo dell’amore.