OmelieOmelie Gennaio 2020

1 gennaio 2020 – Solennità di Maria Santissima Madre di Dio – Don Samuele

Sia lodato Gesù Cristo. Sempre sia lodato.

 

Mamma” … la prima parola che un bambino balbetta. L’ultima parola che un moribondo sussurra. Anche Gesù, Lui che è una cosa sola con il Padre, nel momento in cui si è affacciato alla vita umana, avrà provato l’emozione di riconoscere e di chiamare col suo nome la mamma che lo ha generato. E nel momento in cui ha consegnato la sua vita al Padre, nell’ora estrema della croce, ha avuto la delicatezza di un pensiero e di una parola per due persone speciali: sua mamma Maria, il suo amico Giovanni.

Partiamo da queste considerazioni perché oggi celebriamo la solennità di Maria Santissima Madre di Dio, consapevoli di due cose fondamentali:

la prima è incredibile: Di, che è eterno, senza aurora e senza tramonto, Colui che è sempre stato e che sempre sarà, privo di un inizio e di una fine, deve avere ad un certo punto provato una tale nostalgia ed un tale fascino per la maternità, da voler sperimentare questa esperienza comune per gli uomini, cioè avere una mamma;

la seconda è che per la centralità di questo Mistero nel disegno della salvezza, questa è la festa più importante che la Chiesa dedica a Maria. Al centro del Mistero sta l’essere Madre di Dio. L’Immacolata ne è la preparazione e l’Assunta ne è la conseguenza.

Tuttavia, per non impiegare troppe parole umane, nel desiderio di raccontare e di contemplare questo Mistero, ci tuffiamo nella Parola di Dio, oceano di pace. E nella Parola di Dio, oggi, tutto parla di benedizione.

 

La benedizione di Aronne

Nella prima lettura abbiamo sentito come Dio ordina ad Aronne di pronunziare una parola di benedizione su tutto Israele. Cosa significa benedizione? Tante cose: la custodia di Dio sia su di te, abbi la gioia di godere del volto e del sorriso di Dio – nei momenti duri della vita un volto sorridente ed un sorriso amichevole sono veramente un balsamo –, la grazia che viene dal cielo accompagni le tue opere ed i tuoi giorni, come la colonna di fuoco ha accompagnato Israele per 40 anni nel deserto. Se il volto di Dio riposa su di noi abbiamo la certezza della pace. E se il volto dell’uomo va alla ricerca di Dio, sicuramente edifica una storia radicata nella pace ed abitata dalla pace. E questa è la ragione perché da oltre mezzo secolo il primo gennaio è la giornata mondiale della pace, così la volle il grande cuore di Papa Paolo VI. E questo è il motivo per cui ogni volta che si inizia qualcosa di importante, i credenti invocano la benedizione del Signore, cioè chiedono a Dio questi doni. Ma siamo ancora convinti che queste sono le cose necessarie per la vita? Abbiamo ancora fede che il cammino dei nostri giorni è un cercare il volto di Dio, fissando il nostro nel suo? Non sono domande retoriche, se penso alle notizie che ci raggiungono, come quella di una banda di diciassettenni entrati nella chiesa di un convento di clausura vicino a Firenze, urlando, bestemmiando, insudiciando, e terrorizzando una decina di anziane clarisse. Il problema non è di ragazzi scriteriati, ma di una società di adulti impazzita, che per decenni ha dileggiato e demolito tutto quanto di più sacro vi era nel cuore dell’uomo. Esiste ancora da qualche parte un cuore che batte all’unisono con il cuore di Dio, perché, come asseriva John Henry Newman, “cor ad cor loquitur”? Vogliamo tutti che questo sia il buon cammino da augurarsi all’inizio di un nuovo anno solare?

 

La benedizione … siamo figli!

Nel brano della lettera ai Galati – ovvero la seconda lettura – Paolo offre l’unico cenno alla Madre del Signore di tutto il suo ricchissimo epistolario, eccolo: “il suo Figlio nato da donna”. Paolo non si preoccupa di descriverci l’aspetto esteriore di Maria, perché conosce molto bene quanto afferma il libro del Siracide: “Illusorio è il fascino e fugace la bellezza, ma la donna che teme Dio è da lodare” (Sir. 31,30). E lui stesso esorta le donne a non preoccuparsi di acconciature o vestiti eccentrici, ma di rivestirsi di opere buone (1Tm. 2,9). Me neppure descrive il carattere di Maria o alcuni episodi della vita della Madre del Signore. Si limita ad illustrare un progetto grandioso, dove i protagonismi umani fanno sorridere, perché il disegno e la realizzazione sono di Dio. E così, con poche pennellate crea un grande affresco:

  • Nella pienezza del tempo = quando è raggiunta la maturità di persone e di situazioni, del tempo e della storia.
  • Nato da donna = il Figlio di Dio è divenuto veramente uomo, non apparentemente, e questo grazie al grembo accogliente di una madre umana
  • Sottomesso alla Legge = solo per liberarci dalle catene della Legge
  • Per ricevere l’adozione a Figli = noi non siamo semplicemente esseri viventi, né animali un po’ più furbi degli altri, né semplicemente persone, e neppure solo uomini e donne. Siamo Figli! Questa è la grande notizia, e figli non per ipotesi, o per modo di dire, ma perché possiamo rapportarci a Dio chiamandolo Abbà, papà! Figli ed eredi, non di una casa o di un campo o di un conto in banca, ma della vita stessa di Dio, vita eterna. Questa realtà è ciò che conta come fondamentale nella nostra vita?

 

La benedizione … nella maternità speciale di Maria

Luca, nel cuore della pagina evangelica odierna, colloca la Madre del Figlio di Dio mentre custodiva tutto quanto stava vivendo, meditandolo nel suo cuore. Quando il Nuovo Testamento, accanto a molte altre opere, usa il verbo all’imperfetto, indica non un fatto puntuale, un episodio isolato, ma un atteggiamento permanente, uno stile di vita costante e metodico. Maria meditava, sempre, costantemente, regolarmente. Ecco che la sua non è semplicemente una maternità fisica, ma una maternità che è benedizione per il mondo e per la storia. Non vi sembri dispregiativo per la maternità fisica questa affermazione, poiché ogni maternità è un evento meraviglioso, ma vorrei ricordare che oggi abbiamo inventato anche l’aberrazione dell’utero in affitto e della maternità surrogata, cose di cui si avvalgono politici, attori, gente dello spettacolo, portatori di lavori socialmente inutili, ma con retribuzioni che un metalmeccanico o un minatore si sognano. E, tutto ciò, grida vendetta non solo al cospetto di Dio, ma anche nei confronti delle relazioni umane, perché nessuna donna può essere trasformata in macchina che a richiesta e dietro pagamento può “sfornare” una vita. La maternità di Maria è a 360°, come dice molto bene S. Agostino: “conta di più per Maria essere stata discepola di Cristo, che essere stata madre di Cristo. Lo ripetiamo: fu per lei maggiore dignità e maggiore felicità essere stata discepola di Cristo che essere stata madre di Cristo. Perciò Maria beata, perché, anche prima di dare alla luce il Maestro, lo portò nel suo grembo … Maria proprio per questo è beata, perché ha ascoltato la parola di Dio e l’ha osservata. Ha custodito infatti più la verità nella sua mente, che la carne nel suo grembo. Cristo è verità, Cristo è carne; Cristo è verità nella mente di Maria, Cristo è carne nel grembo di Maria. Conta di più ciò che è nella mente, di ciò che è portato nel grembo.

Maria ci doni questa fame di verità per la mente, per il cuore, che è fame di vita, che, è alla fin fine, fame di Gesù Cristo, e sarà certamente un buon anno. Ve lo auguro di cuore.