OmelieOmelie Gennaio 2020

6 gennaio 2020 – Solennità dell’Epifania del Signore – Don Samuele

Sia lodato Gesù Cristo. Sempre sia lodato.

 

Eccoci giunti all’Epifania, cioè alla Manifestazione, alla rivelazione, ma di che cosa? Del MISTERO: per rivelazione, dice Paolo, mi è stato fatto conoscere il Mistero. Grazie, se è un Mistero come facciamo a conoscerlo? Lo conosciamo perché chi ha tradotto il Nuovo Testamento si è trovato di fronte la parola greca μυστεριον, e l’ha tradotta come suona in italiano, cioè mistero. Gli diamo un 5 sonoro come traduttore, perché la versione più esatta per far capire a chi legge cosa intendesse veramente chi scriveva è “progetto”. Allora le cose cambiano: per rivelazione Paolo ha conosciuto il progetto di Dio e lo ha raccontato in poche parole: “che le genti sono chiamate, in Cristo Gesù, a condividere la stessa eredità, a formare lo stesso corpo, ad essere partecipi della stessa promessa”. Riassumiamo: il progetto consiste nell’essere famiglia con Dio, nell’essere corpo di Cristo, nel vivere nello Spirito Santo. Riassumiamo ulteriormente: il progetto è la Chiesa! Il Mistero, il progetto di Dio è la Chiesa! Questo è il sogno, questo è il pallino, questa è l’ostinazione di Dio.

 

Un sogno antico

E così Isaia, nella prima lettura, ha annunciato il momento in cui un popolo si disfa di tutti gli abiti che ha e si veste di luce (il Battesimo ci rende illuminati). Il momento in cui la gloria brilla su di noi (il Battesimo, oltre che illuminati ci rende illuminanti, donatori di luce). Il momento in cui un popolo si raduna dai confini del mondo (la Chiesa è un popolo radunato, convocato, il termine deriva dal verbo greco εκ−καλεω). Il momento in cui verranno Re e Regine da ogni parte (la Chiesa è popolo di Dio, corpo di Cristo, tempio dello Spirito). Una visione davvero molto lungimirante, quella di Isaia.

 

Come i Magi

E Matteo, con questa icona dei Magi, ci mostra come il sogno di Dio, anticipato dal profeta, si realizza nell’umiltà e nel fascino esercitato da Gesù Cristo. I Magi sono la perfetta realizzazione dei sogni divini e delle profezie umane, e danno una risposta convincente a domande importanti quali: come è possibile fare di una umanità tanto litigiosa e avversa (pensiamo a cosa sta succedendo in queste ore tra Usa e Iran) una famiglia, un corpo, una realtà spirituale? Ogni sogno o progetto umano in tal senso sarebbero pura utopia. La storia testimonia che negli ultimi cinquemila anni sono stati solo una trentina gli anni di pace, il resto è odio, vendetta, guerra, teste fracassate, città, villaggi, strade, attività umane, distrutti, sangue e morte. Solo Gesù Cristo è capace di riconciliare, perché è l’unico in grado di cambiare il cuore delle persone, di convertire le visioni del mondo distorte, di trasformare gli avversari in fratelli … l’abbiamo ricordato celebrando S. Stefano, divenuto fratello nella santità di S. Paolo che aveva partecipato alla sua uccisione. Egli infatti è la nostra pace, colui che ha fatto dei due un popolo solo, abbattendo il muro di separazione che era frammezzo, cioè l’inimicizia, annullando, per mezzo della sua carne, la legge fatta di prescrizioni e di decreti, per creare in se stesso, dei due, un solo uomo nuovo, facendo la pace, e per riconciliare tutti e due con Dio in un solo corpo, per mezzo della croce, distruggendo in se stesso l’inimicizia. Egli è venuto perciò ad annunziare pace a voi che eravate lontani e pace a coloro che erano vicini”, così scrive S. Paolo ai cristiani di Efeso, per celebrare Colui che è riconciliazione con Dio, tra noi, tra noi e noi stessi. Chi si lascia sedurre e affascinare da Cristo, come i Magi, si trova capace di fare il miracolo. Chi non si lascia scalfire da Cristo, come Erode, come gli scribi e i farisei, si trova a rimanere il carceriere del vecchio mondo, dove non cambia mai niente in positivo, anzi, le cose peggiorano sempre più. E badate bene, i Magi erano pagani: la corte di Gerusalemme e tutti i suoi esponenti – a parte Erode – erano i più religiosi. I primi si sono aperti a Cristo, gli altri si sono chiusi a riccio. Ed in mezzo a loro ci stiamo noi. Dobbiamo decidere oggi se vogliamo unirci al gioioso corteo dei Magi, o se vogliamo ingrossare le fila del lugubre corteo di uomini mummificati ed aggrappati ad un passato che è bene che muoia.

 

Cinque domande cruciali

  • Ci crediamo ai sogni di Dio e li facciamo nostri?
  • Ci rallegriamo della luce di Dio che brilla su di noi?
  • Ci buttiamo a capofitto nell’edificare la Chiesa – che non è il Vaticano né le missioni, ma è la nostra parrocchia –?
  • Ci mettiamo continuamente alla ricerca di Cristo?
  • Siamo convinti che l’incontro con Lui è in grado di regalarci la “gioia grandissima” provata dai Magi?

Vi lascio queste cinque domande. Se abbiamo il coraggio di rispondere “” a tutte, benvenuti alla festa eterna di Dio nella sua Chiesa!