Letture

Lettera del parroco a chi ha perso una o più persone care

Carissimi, so che siete tanti a soffrire per la perdita di una persona cara. Tutti abbiamo “perso” qualcuno: un familiare, un amico, un collega, un vicino di casa, un conoscente. Per rispettare il dolore e l’unicità di persone e di rapporti, vorrei scrivervi personalmente, ma non sono in grado di farlo, ed allora scrivo a tutti insieme, convinto che il dolore condiviso risulta più sopportabile. Vi scrivo attraverso il sito della Parrocchia, perché non sono pratico di gruppi WhatsApp, un po’ più di comunità, e vedo che questo canale, comunque riesce a fare breccia.

            So benissimo che, il solo fatto di perdere una persona cara, è una lacerazione drammatica e lancinante; quando poi questa persona la si è consegnata ad una struttura di assistenza, come un ospedale o una casa di riposo, e non si ha più avuto modo di vederla, di sentirla, di farle sentire il battito del cuore, il calore dell’affetto, l’abbraccio che dice molto più di tante parole, allora comprendo il senso di umiliazione, di privazione, e di rimorso, nel timore di non avere potuto fare abbastanza. Questo lo sappiamo noi, ma lo sanno anche i nostri cari che non sono più tra noi. È come se ci fossero stati rubati due volte, ma loro sanno che li abbiamo amati doppiamente, proprio per l’assenza forzata, e questo “non esserci”, obbligato, ha raccontato loro di una presenza e di un affetto mai venuti meno.

Ho condiviso questo dramma in occasione delle esequie di queste persone, quando non abbiamo potuto essere accolti dalle nostre chiese, ma siamo stati abbracciati almeno dalla Chiesa nostra Madre, che ha pianto e pregato per i suoi figli, come la Madonna ai piedi della Croce di Gesù; quando abbiamo dovuto limitare le presenze ai familiari più stretti, per evitare che il contagio si diffondesse a macchia d’olio. Per la prima volta in vita mia ho persino celebrato un “funerale” senza nessuno dei parenti, perché tutti in isolamento, solo con gli addetti delle pompe funebri: mi veniva da piangere, e volevo quasi abbracciare quella bara, per far sentire al defunto che c’era qualcuno che lo stringeva, che non era solo, nell’ora cruciale della vita.

Ho promesso a tutte le famiglie coinvolte che, cessato il pericolo, avremmo celebrato una Messa solenne per tutti questi fratelli e sorelle che non hanno potuto avere un funerale “normale”. Ecco, vengo ad annunciarvi che avrei pensato di fare queste celebrazioni nelle singole parrocchie, perché il distanziamento cui siamo ancora tenuti, impedisce di raggruppare troppe persone in un unico edificio. La circostanza delle SS. Quarantore, che ci preparano alla Solennità del Corpus Domini mi è sembrata una occasione speciale, perché in molti luoghi la preghiera di suffragio per i defunti è associata alla adorazione Eucaristica. Pertanto nella settimana dal 7 al 14 giugno, tutte le sere, alle ore 21.00, si terrà in una delle nostre chiese la celebrazione Eucaristica, nella quale faremo preghiera di suffragio per i nostri cari, con questo calendario:

  • Lunedì 8 giugno a Sabbioneta: S. Messa di suffragio per
    • Campana Eleide (Ω 16 Marzo);
    • Quadri Livio (Ω 26 Marzo);
    • Marchini Anna ved. Cavalmoretti (Ω 31 Marzo);
    • Ruffini Ermogene (Ω 3 Aprile);
    • Aroldi Francesco (Ω 17 Aprile).
  • Martedì 9 giugno a Vigoreto: S. Messa di suffragio per i defunti della Casa di riposo:
    • Claudio Paglia (Ω 27 Marzo);
    • Niobe Alberini (Ω 3 Aprile);
    • Castellucchio Evelina (Ω 6 Aprile);
    • Frittoli Paola (Ω 20 Aprile).
  • Mercoledì 10 giugno a Ponteterra: S. Messa di suffragio per
    • Orlandelli Rosa (Ω 26 Marzo);
    • Cecilia Baratta ved. Razzini – la “nonna di Sabbioneta”, con i suoi 105 anni – (Ω 26 Marzo);
    • Borelli Orlando (Ω 18 Aprile).
  • Giovedì 11 giugno a Breda Cisoni: S. Messa di suffragio per
    • Sarzi Bola Luigi (Ω 12 Marzo);
    • Favari Guglielma ved. Stringhini (Ω 19 Marzo);
    • Azzolini Giannina (Ω 24 Marzo);
    • Martelli Gaspare (Ω 12 Aprile);
    • Brighenti Luigina Ved. Zardi (Ω 16 Aprile).
  • Venerdì 12 giugno a Villa Pasquali: S. Messa di suffragio per
    • Lanfredi Sofia Primo (Ω 17 Marzo);
    • Grazzi Rosa ved. Sarzi Amadè (Ω 3 Aprile);
    • Lodi Rizzini Antonio (Ω 6 Aprile);
    • Coroni Maria (Ω 21 Aprile);
    • Sarzi Madidini Francesco (Ω 5 Maggio).

Voi parenti ed amici siete invitati a partecipare.

E mentre noi piangevamo queste persone, strappateci da un nemico invisibile, nel mondo è continuata la carneficina provocata da guerre, da malattie, da miseria, da fame, da emigrazioni forzate, da sfruttamento selvaggio di persone e dell’ambiente, ma anche dalla crudeltà, particolarmente grave quando essa si riversa su innocenti. Mi riferisco all’infernale fabbrica di aborti. Mentre medici ed infermieri eroici fronteggiavano in prima linea il virus, spesso, privi dei dispositivi protettivi individuali necessari, per la carenza di mascherine, visiere, guanti, ventilatori, e pagavano un pesante tributo di sangue, pur di salvare la vita a qualcuno, mentre gli ospedali non sapevano più dove ospitare gli ammalati, ed i cimiteri i morti, Planned Parenthood, il colosso abortista americano, ha continuato a praticare aborti, anziché rifornire medici e infermieri dell’equipaggiamento protettivo personale per fronteggiare il coronavirus. Meera Shah, direttore medico di Planned Parenthood, ha addirittura dichiarato che “le cure per l’aborto, sono essenziali e affermano la vita”!!!!!!! Non solo, il colosso ha pure inviato un appello per la raccolta di fondi per i dispositivi di protezione individuale da inviare ai dipendenti delle proprie cliniche.

In Italia, in molte Regioni, gli ospedali hanno rinviato le operazioni chirurgiche non strettamente indispensabili e le attività ambulatoriali non urgenti, in modo da liberare risorse e spazio per affrontare l’emergenza: è aumentato pesantemente il numero di decessi per infarto. Eppure si è continuato imperterriti a sopprimere bambini nel grembo materno e a considerare la pratica abortiva come se fosse un servizio essenziale, indifferibile e urgente, garantendolo, in alcuni casi, persino a domicilio. Così facendo si sono sottratte ulteriori risorse umane ed economiche che avrebbero potuto essere usate per far fronte al coronavirus. Perciò la Società italiana di Ginecologia ha proposto una maggiore diffusione dell’aborto farmacologico durante l’emergenza coronavirus, per “decongestionare gli ospedali“. Per questi morti innocenti nessuno piange, nessuno invoca giustizia, nessuno chiede diritti. Anche loro sono persone care, di cui sentiamo la mancanza. Io vorrei piangerli insieme ai morti per coronavirus.

Ma dopo avere versato doverose e sacrosante lacrime per i defunti, dobbiamo pensare ai vivi, e a tutti vorrei additare due strade per affrontare il dolore e vincerlo: la strada della speranza e la strada dell’amore.

La strada della speranza nasce dal fatto che noi non siamo un tubo digerente, ma, come diceva Pascal nel pensiero 186: “L’uomo non è che una canna, la più debole della natura, ma è una canna che pensa. Non serve che l’universo intero si armi per schiacciarlo; un vapore, una goccia d’acqua è sufficiente per ucciderlo. Ma se l’universo lo schiacciasse, l’uomo sarebbe comunque più nobile di ciò che l’uccide perché sa di morire e conosce il potere che l’universo ha su di lui, mentre l’universo non ne sa nulla”. La nostra speranza riposa nella nostra grandezza creaturale, e nella certezza che la vita è un passaggio, una attesa di una vita più grande e più piena, indistruttibile. Questa casa e questa patria terrene vanno a perdersi, ma la casa e la patria che ci attendono hanno la caratteristica dell’eternità. La nostra speranza è riposta in Cristo morto, ma vincitore della morte. Ed anche quest’anno, nel pieno della pandemia, il giorno di Pasqua abbiamo cantato: “Cristo, mia speranza, è risorto; e vi precede in Galilea». Sì, ne siamo certi: Cristo è davvero risorto. Tu, Re vittorioso, portaci la tua salvezza.

La strada dell’amore è conosciuta da molti che hanno sperimentato quanto è vero che non vi è amore più grande del dare la vita per chi si ama. In questo modo la morte diventa vita e l’amore si rivela la forza più grande di qualsiasi altra. Percorrere la strada dell’amore per i morti, e soprattutto per i vivi, è il modo per vincere il coronavirus e qualsiasi altro male. Ce lo assicura ancora Colui che, dopo averci insegnato ad amare alla maniera di Dio, e dopo avercene dato la prova sulla Croce, da risorto può dire: “Io ho vinto il mondo”.

E chi ha creduto in Lui, ed ha percorso le due strade che consigliavo, ha potuto dire cose meravigliose, persino sulla morte. Sentite che incanto:

Se mi ami non piangere!
Se tu conoscessi il mistero immenso del cielo dove ora vivo,
se tu potessi vedere e sentire quello che io vedo e sento
in questi orizzonti senza fine,
e in questa luce che tutto investe e penetra,
tu non piangeresti se mi ami.

Qui si è ormai assorbiti dall’incanto di Dio,
dalle sue espressioni di infinità bontà e dai riflessi della sua sconfinata bellezza.
Le cose di un tempo sono così piccole e fuggevoli
al confronto. Mi è rimasto l’affetto per te:
una tenerezza che non ho mai conosciuto.
Sono felice di averti incontrato nel tempo,
anche se tutto era allora così fugace e limitato.

Ora l’amore che mi stringe profondamente a te,
è gioia pura e senza tramonto.
Mentre io vivo nella serena ed esaltante attesa del tuo arrivo tra noi, tu pensami così!
Nelle tue battaglie,
nei tuoi momenti di sconforto e di solitudine,
pensa a questa meravigliosa casa,
dove non esiste la morte, dove ci disseteremo insieme,
nel trasporto più intenso alla fonte inesauribile dell’amore e della felicità.
Non piangere più, se veramente mi ami!

S. Agostino

Con questi sentimenti e atteggiamenti viviamo il presente ed il futuro che il Signore ci dà da vivere, e preghiamo il Risorto, che dia indulgenza e pace ai nostri morti, e a noi vivi, conforto, consolazione, luce, calore, energia per il nostro oggi fugace, e per il nostro domani eterno. Per intercessione dei nostri patroni: Antonio, Giorgio, Girolamo, Sebastiano, e della Vergine Assunta nella gloria, Regina e Madre della Chiesa, Dio vi benedica; tutti vi protegga, vi ricolmi della sua pace e della sua gioia.

Don Samuele

Cliccando su questo link è anche possibile scaricare la lettera in formato PDF.